VIAGGI SOLIDALI

IL VIAGGIO SOLIDALE

Vi racconto l'esperienza di viaggio solidale che abbiamo vissuto con i  nomadi Berberi e nelle scuole primarie del deserto di Merzouga.

LA MIA ESPERIENZA

Finalmente si parte! Siamo all’aeroporto, e immagino la moltitudine di pensieri che escono dalle menti di tutte queste persone; chi arriva, chi aspetta, chi attende di partire…ho bisogno di concentrarmi sul mio sentire, non voglio perdere neanche una piccola emozione, sensazione o percezione in questo mio tanto atteso prossimo viaggio in Marocco.

Questa volta ci concentreremo sulla solidarietà, porteremo qualche aiuto a famiglie di nomadi e ai bambini delle scuole primarie. Acquisteremo il materiale scolastico direttamente in Marocco, per aiutare così, anche i piccoli commercianti locali, mentre in valigia abbiamo stivato vestiti e medicinali, quelli di prima necessità, come antipiretici, antiinfiammatori, qualche prodotto per la dissenteria e per il mal di denti.

Non dimenticando ovviamente i piccoli giochi, i piccoli peluche, oggetti ormai dimenticati da chi li possedeva, ma che possono rendere felici i nostri piccoli berberi.
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Dall’aereo, appena inizia il sorvolo sul territorio Marocchino, mi sento ancora una volta calmo e sereno. Il cielo è limpidissimo e si intravedono i villaggi di terra rossa, i corsi d’acqua, i campi coltivati… dall’alto sembra sempre tutto così semplice e tranquillo, mentre quando sei a terra ti rendi subito conto di quanto la vita qui sia difficile, di quanto distante siano le nostre confortevoli e frenetiche vite da quelle di persone più sfortunate.

Questa esperienza ci ha fatto pensare a quanto sia simile la vita dei nomadi del Marocco a quella di tante famiglie siriane scappate dalla guerra, famiglie che abbiamo conosciuto a Kilis, durante le nostre missioni solidali al confine Turco Siriano. Hanno la stessa dignità e fierezza negli occhi e l’umiltà di chi è nato e vive dove la vita regala poche opportunità.

Per questo riconosciamo ancor di più quanto coraggio e determinazione ha portato Youssef a diventare ciò che è oggi, da bambino come pastore che portava le capre a pascolare, a accompagnatore per i turisti con i cammelli, fino a diventare una guida certificata che parla diverse lingue.

Abbiamo acquistato tutto il materiale per la scuola al mercato di Rissani, da un simpatico negoziante che aveva l’inverosimile, stipato in un negozio poco più grande di 4 metri quadrati; quaderni da colorare, penne, matite, astucci, zainetti, libri per imparare l’inglese per le classi della scuola primaria.
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La prima tappa è stata la scuola di Tabomiate, un piccolo villaggio vicino a Merzouga. La scuola ha solo 2 aule, dove ad orari diversi si alternano le diverse classi d’età.

Quando arriviamo noi, ci sono i bimbi di 3^ elementare. Sono molto timidi e disciplinati, ci mostrano i loro quaderni tutti ordinati e precisi. I loro sguardi ci conquistano, hanno il potere di regalare sempre una grande energia e gioia.

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Quindi è stata la volta delle famiglie di pastori berberi, che vivono nelle vicinanze del Deserto Nero di Nemerdeni, una distesa di pietre vulcaniche che creano un netto contrasto con le dune rosse all’orizzonte. Siamo alle spalle dell’Erg Chebbi, verso il confine Algerino.

Vivono in piccoli accampamenti tendati come centinaia di anni fa. Un forno all’esterno per cuocere il pane e una tenda dove riposarsi e mangiare. I bambini, scalzi e con gli occhi tormentati dalle mosche si esaltano per una macchinina o un piccolo peluche.

Lasciamo alle madri scorte di indumenti per i bambini e un po’ di medicinali, accertandoci che Youssef spieghi loro esattamente che uso farne.
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Ultima tappa è stata la scuola primaria di Takoit. Portiamo in regalo zainetti per una classe di 30 bimbi, la scuola non è altro che un locale con un improbabile bagno annesso, una lavagna alla parete e tantissimi disegni appesi a nascondere l’intonaco mancante e le crepe dei muri.

I bimbi sono sporchi e con le manine ruvide come manovali, ma gli sguardi sorridenti sanno smuovere ogni più nascosta emozione.

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Oggi come ieri, questo viaggio ha assunto ancora più senso, si è rafforzato il pensiero che siamo parte integrante del mondo.

Come scrisse Madre Teresa “Amiamo… non nelle grandi, ma nelle piccole cose fatte con grande amore. C’è tanto amore in tutti noi, non dobbiamo temere di manifestarlo".

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